Il Commercialista Veneto n.235 (GEN/FEB 2017) - page 5

NUMERO 235 - GENNAIO / FEBBRAIO 2017
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IL COMMERCIALISTA VENETO
Alessandro Solidoro
ADRIANO CANCELLARI
Ordine di Vicenza
Evoluzione della professione
contabile: passato, presente, futuro
PROFESSIONE
SEGUE A PAGINA 6
Q
UANDO MI COMUNICARONO che sarei stato relatore ad un
seminario a Lima, al quale avrebbero partecipato
contadores
publicos
di vari Paesi dell'America Latina, mi sentii molto orgo-
glioso e lusingato nel poter vivere una simile esperienza nella
terra degli Inca. Quando però ho letto il tema assegnatomi, l’en-
tusiasmo iniziale è di colpo
calato: “
Cambios en la
profesiòn contable
”… Non
era un argomento tipica-
mente tecnico, come quelli
da me fino a quel momento
affrontati con platee latino-
americane, ma non mi sono
fatto prendere dallo sconfor-
to ed ho iniziato le mie ricer-
che. Naturalmente, dovendo
parlare per una ora e mezza,
avrei dovuto partire dagli
albori della contabilità per
arrivare al presente e poi,
cosa ancora più ardua, az-
zardare delle previsioni per
il futuro (per quanto riguar-
da questo ultimo aspetto, mi
è stato di enorme aiuto il li-
bro di Filippo Pistono “
I ro-
bot ci ruberanno il lavoro,
ma va bene così
”).
Devo ammettere che duran-
te la mia ricerca ho scoperto
un bel po’ di cose che non
sapevo (o che forse avevo
studiato all’Università, ma
bellamente dimenticate…) e
vorrei condividerle con co-
loro che avranno la voglia e
la pazienza di leggere que-
ste righe.
Durante il seminario, forte
della mia fresca preparazio-
ne, ho esordito chiedendo
alla platea chi sapesse a
quando risalgono le prime
prove, seppur elementari, di
contabilità. Qualcuno ha ri-
sposto “ai tempi di Luca
Pacioli” (è già molto che lo
conoscano anche in America Latina), chi “ai tempi degli antichi romani”,
chi, un po’ più preparato, “ai tempi dei babilonesi” …
In realtà, le prime tracce di una primitiva forma contabile risalgono al 8.000
avanti Cristo (in altre parole, 10.000 anni fa). I disegni preistorici che furono
scoperti in alcune grotte con raffigurate immagini di animali non rappresen-
tavano epiche avventure di caccia da tramandare artisticamente ai posteri,
bensì prime forme rudimentali di inventario dove l’uomo delle caverne ri-
portava graficamente gli animali di sua proprietà oppure elencava, quale
elemento di coraggio, tutte le fiere cacciate (a quanto pare, la memoria è
sempre stata un problema per l’uomo fin dagli albori, visto che già in tale
epoca egli doveva ricorrere ad un inventario).
Quindi è stato provato che la contabilità, seppur rudimentale, è nata ben
prima della scrittura, essendo questa ultima risalente al 3.500 avanti Cristo
circa. Alcuni studiosi sono riusciti persino ad affermare che la scrittura sia
nata proprio per rendere la contabilità primitiva più comprensibile ai terzi.
Tutti sanno che i Sumeri prima ed i Babilonesi poi hanno utilizzato le famose
tavolette d’argilla per tenere un inventario permanente dei loro beni. Solita-
mente avevano vari tipi di tavolette, a seconda del bene o dell’animale che
rappresentavano, che conservavano in appositi contenitori. Ad esempio,
se un pastore aveva venti pecore, inseriva nel cesto venti tavolette raffigu-
ranti una pecora: se nasceva un agnello, aggiungeva una nuova tavoletta,
se ne veniva offerta una in sacrificio, toglieva una tavoletta (tipico esempio
di inventario permanente).
Forse non tutti sanno che il
famoso
Codice
di
Hammurabi (1700 avanti
Cristo), che conteneva leg-
gi civili e penali e che con-
templava vari tipi di contrat-
ti commerciali, regolava an-
che il modo per tenere i “re-
gistri contabili” dell’epoca.
Il primo momento in cui ap-
parve (anche se non per
molto) la figura professio-
nale del contabile fu nel-
l’epoca egizia, dove agli
“scriba”, che tenevano le
registrazioni delle offerte e
dei tributi in registri fatti in
papiro, venne riconosciuto
uno status sociale.
All’epoca dei greci gli
adempimenti contabili spet-
tavano ai sacerdoti che do-
vevano gestire, oltre alle of-
ferte ed ai tributi, anche i pre-
stiti che elargivano a chi ne
aveva titolo. Da qui la crea-
zione di un primo sistema di
entrate – uscite. Questa
impostazione proto - banca-
ria è tuttora verificabile esa-
minando le incisioni sulle
lastre di marmo rinvenute
nel Tempio di Delfi.
Nell’epoca romana si perfe-
zionò il sistema contabile
con l’introduzione di regi-
stri giornalieri e periodici.
La peculiarità dell’epoca
consisteva nel fatto che non
esisteva il contabile di pro-
fessione. E questo per il
semplice fatto che tutti i patrizi o possidenti non solo dovevano avere una
cognizione contabile, ma dovevano anche essere i tenutari della propria
contabilità e dei propri registri. Non essere capace di gestire i propri conti,
durante l’Impero Romano, era sinonimo di pochezza ed ignoranza.
Crollato l’Impero, nel periodo romanico, nonostante le invasioni barbare,
islamiche e normanne, grazie ai monasteri, si mantennero le regole contabili
dell’epoca romana.
Le predette invasioni (specialmente quelle islamiche) paralizzarono il com-
mercio in Europa e di conseguenza si ridusse la necessità di utilizzare figure
“professionali” contabili. Questi ruoli vennero assunti da commercianti
nomadi, oppure da soggetti alle dipendenze del feudatario. Nel primo Me-
dio Evo la professione venne decisamente svalutata e persino da molti
considerata “poco virile…”
In questa epoca di invasioni, come ricordato prima, non ci furono grandi
scambi commerciali, ma il signorotto feudale riusciva ad adattarsi alla situa-
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