Il Commercialista Veneto n.235 (GEN/FEB 2017) - page 2

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NUMERO 235 - GENNAIO / FEBBRAIO 2017
IL COMMERCIALISTA VENETO
La tesi di Matteo
PROGETTO TORVISCOSA
C
HI VI SCRIVE queste poche righe è un momentaneo ospite
sulla vostra Rivista, quindi mi preme iniziare con dei ringra-
ziamenti dovuti. Innanzitutto al Dott. Filippo Carlin, direttore
di questa pubblicazione, che insieme al Dott. Paolo Lenarda
ha stimolato la nascita del “Progetto Torviscosa”, di cui già
avete letto su queste pagine. Proseguendo, non posso non rivolgere un
grato pensiero al Dott. Mareno Settimio e al mio relatore, il Prof. Giovanni
Favero, senza il quale questo progetto di tesi non avrebbe visto la luce.
Avrete ormai intuito che il sottoscritto è uno dei due laureandi incaricati di
portare a termine una ricerca su Torviscosa, con l’obiettivo di farne una
tesi e in seconda battuta una pubblicazione più ampia da parte dell’Ammi-
nistrazione locale. Quest’ultima ci ha calorosamente accolto, nella persona
del Dott. Mareno Settimio in qualità di Assessore del Comune di
Torviscosa, quando, in un recente e freddo sabato di febbraio io, il Professor
Favero e i Dottori Carlin e Lenarda, partendo da Mestre ci siamo diretti
verso il Friuli, alla scoperta di quella che una volta era Tor di Zuino.
Partendo sapevamo di andare in una “città di fondazione”, fortemente legata,
nelle forme architettoniche e negli spazi urbani, al regime fascista che ne ha
voluto la nascita per favorire lo sviluppo economico dell’azienda fondata nel
1917 a Torino, nota come Società Navigazione Industriale Applicazione Vi-
scosa, o più brevemente SNIAViscosa. Quello che non ci aspettavamo era la
forte contrapposizione tra il paesaggio bucolico, per nostra sfortuna avvolto
in una nebbia che contribuiva ad incupire l’atmosfera cittadina, e le imponen-
ti strutture che disegnano il quadro urbano della città, rendendola quasi
“fuori scala” se consideriamo l’esiguo numero di abitanti.
Oggi infatti il Comune di Torviscosa conta circa 2800 persone, ma al tempo
della costruzione del centro abitato in seguito alla bonifica delle paludi da
parte del regime, il numero di abitanti, in maggioranza alla dipendenze della
SNIA, superava le 4500 unità. Ecco quindi che abbiamo potuto osservare
nel più completo silenzio del centro città, strutture monumentali e autorita-
rie come la Scuola Elementare, di colore rosso, la cui scritta in caratteri
classici dedicata a Resi Marinotti ne domina la facciata. E’ un edificio enor-
me se messo in proporzione con le reali necessità del centro urbano, che se
non fosse per la vistosa scritta che ne attribuisce il nome alla terzogenita di
Franco Marinotti potremmo tranquillamente scambiare per una facoltà uni-
versitaria, la sede di una banca o di un museo.
Di questa breve descrizione della Scuola Elementare, che ho preso come
esempio (ma avrei potuto parlarvi del Teatro ancora in perfette condizioni i
cui volumi ricordano quelli di un moderno cinema multisala, o del Comune,
o del complesso aziendale), vorrei che la vostra attenzione fosse catturata
in particolar modo da due fattori: le dimensioni di un edificio così importan-
te e la scelta della persona a cui intitolare tale edificio. Il primo elemento ci
racconta del valore che veniva attribuito alla scuola e dell’attenzione, tipi-
ca dei regimi, all’apparire presenti nella vita quotidiana delle persone. Inol-
tre ci fornisce una conferma sulle origini della città, fortemente voluta dal
partito poichè rappresentava una svolta nella corsa alle materie prime, di
cui parleremo dopo. Il secondo elemento invece ci propone il tema della
figura centrale di Torviscosa: Franco Marinotti. Egli diventò Presidente
della SNIA nel 193 e quasi immediatamente, grazie alla vicinanza al Duce, si
Continua, dopo la pubblicazione sul numero precedente de
Il CommercialistaVeneto
, dell’articolo di GermanoRossi,
la presentazione del
Progetto Torviscosa
che vede coinvolti
oltre al giornale, l’Amministrazione comunale della
cittadina friulana, la nostra Associazione
e l’università Cà Foscari. Oggi vi vogliamo presentare
il giovane laureando Matteo Manganiello che, assieme
al prof. Giovanni Favero dell’Università Cà Foscari,
sta partecipando a questo progetto e ne sono l’anima vitale (*)
procedette con l’inizio dei lavori in quella che era Torre di Zuino, tant’è che
il 21 settembre 1938 il Duce stesso si recò in città, di cui il podestà era lo
stesso imprenditore Marinotti, per la sua inaugurazione. Non solo a capo
dell’azienda quindi, ma anche a capo della città, ecco spiegato il grande
legame che si instaurò tra Torviscosa e Franco Marinotti. Ne consegue che
sia quasi logico che la Scuola Elementare sia dedicata alla sua terzogenita,
scomparsa nel 1934 dopo solo un anno dalla nascita. Un altro indizio della
particolare valenza della SNIA per il regime è l’assenza della casa del Fa-
scio, elemento tipico per l’epoca, ma che trova nella sua mancanza la vera
ratio di questa “città di fondazione”. Disegnata nella sua quasi totalità dal-
l’architetto Giuseppe De Min infatti, Torviscosa è totalmente incentrata sulla
relazione fabbrica-città e le direttive del partito erano garantite dalla presenza
di Marinotti stesso, lasciando gli elementi politici al di fuori del centro urba-
no. De Min nel concepire il quadro cittadino di Torviscosa fuse stili settecen-
teschi con modelli funzionali, riprendendo anche i concetti industriali: ciò
produsse una sorta di città giardino dove sorgevano le residenze degli ope-
rai, la cui casa veniva loro affidata dopo un periodo di provata fedeltà al
lavoro, eliminando così in toto i conflitti sociali.
Nel presentarvi Torviscosa ancora vi devo una spiegazione sul perchè il
regime ne abbia voluto la fondazione, e per farlo è importante comprendere
il quadro generale dell’economia italiana del periodo. Dopo il 1929 vi fu la
necessità di garantire il costante approvvigionamento di legname, molto
richiesto per ragioni belliche quanto per il riscaldamento e per la produzio-
ne di cellulosa. In un regime autarchico era di fondamentale importanza
razionalizzare le risorse ed è in questo clima che la SNIAViscosa trovò un
procedimento chimico che permise di ottenere della fibra di cellulosa artifi-
ciale partendo non dal legname, che non abbondava, ma dalla canna gen-
tile, che invece era più facilmente reperibile. E’ presto chiara quindi la ragio-
ne che spinse alle bonifiche del regime e alla creazione della città, diventan-
do così autonomi nel soddisfare il fabbisogno di cellulosa (Torviscosa è
nota non a caso come “la città dell’autarchia e della cellulosa”).
Il progetto di tesi avrà quindi il proposito di studiare il decorso della SNIA
Viscosa dalla fondazione del centro urbano al suo fallimento. Si procederà
con la medesima logica che vi ho illustrato in queste colonne, partendo dal
contesto, economico e sociale, in cui il regime opera la scelta di fondare
una città, con particolare attenzione al mercato italiano delle fibre tessili: il
rayon infatti, questo il nome della fibra artificiale prodotta dalla SNIA, sarà
la principale fibra commercializzata in Italia fino al 1940 e a Torviscosa si
arriverà a produrne fino a 9 milioni di kg. Spostandosi da un punto di
osservazione esterno ad uno interno, si analizzeranno le gestioni aziendali
che si sono susseguite e la contabilità interna dell’azienda, in particolare si
cercherà di far luce sulle acquisizioni e su come la produzione abbia rag-
giunto livelli così alti. Essendo poi così strettamente vincolate l’una all’al-
tra, la città e la SNIA, si studieranno i mutamenti intercorsi in città,
focalizzandosi sulle scelte architettoniche che ne fanno un caso unico in
Italia, poichè insieme alle altre città di fondazione nate col regime, è testi-
mone di idee urbanistiche tipiche del periodo totalitario. Da un punto di
vista accademico, la conclusione non potrà che essere dedicata all’analisi
della posizione della SNIA nel panorama europeo e di come il mercato
italiano sia stato modificato dalla sua presenza prima e come poi abbia
risposto alla sua assenza.
In particolare, verrà dato risalto alle iniziative culturali che l’Amministrazione
locale intende portare avanti per valorizzare il patrimonio culturale di
Torviscosa, intesa come città e come azienda. Questa nostra stessa visita,
ospiti del Dott. Mareno Settimio, rappresenta la volontà e la ricchezza intel-
lettuale di questo Comune, che intende far rivivere la città attraverso il turi-
smo. Concludendo, non posso non invitarvi a recarvi in questa cittadina, le
cui peculiarità sapranno nutrire la mente, con la sua storia e le sue vicende, e
il corpo, con la sua cucina tipica e la bontà d’animo della gente del posto.
(*)
Prof. Giovanni Favero
, docente di Storia Economica presso l’università Ca
Foscari di Venezia.
Matteo Manganiello
, laureando in
International Management
presso l’università
Ca’ Foscari di Venezia
MATTEOMANGANIELLO
Venezia
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