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NUMERO 217 - GENNAIO / FEBBRAIO 2014
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IL COMMERCIALISTA VENETO
raggiunto le 60.000 unità in crescita del 20% negli ultimi 5 anni e dall’apprezzamen-
to della nostra clientela, che ha consentito di raggiungere i 214.000 conti correnti.
Nel primo semestre 2013, le 15 Banche di Credito Cooperativo del FVG, con 234
sportelli, presentavano una massa operativa pari a 13 mld di euro. La raccolta
globale si è portata a 8 mld di euro (+0,71 per cento), evidenziando una crescita
dell’1,53% nella componente della raccolta diretta (5,9 mld). Gli impieghi, pari a
5,1 mld, hanno registrato una lieve contrazione dell’1,07 per cento. Le nostre quote
di mercato sono stabilmente sopra il 15% sugli impieghi e il 10% sulla raccolta, ma
se concentriamo il focus su piccole e medie imprese e sulle famiglie superiamo il
20%. In questo scenario problematico, si confermano positivi i risultati nel settore
assicurativo. La nuova produzione lorda annua a giugno 2013, pari a 35,2 mln di
euro, infatti, registra una crescita negli strumenti finanziari (+388,7 per cento), nei
prodotti legati alla previdenza (+24,4 per cento), nelle coperture prestiti (+28,1
per cento) e nei prodotti danni (+11,6 per cento).
-
Diego Schelfi (Trentino)
Siamo in un sistema complessivo, per cui anche il credito cooperativo vive la
situazione attuale. La crisi, dunque, tocca anche il credito cooperativo: e in partico-
lare la crisi riferita alla situazione di sofferenza delle imprese e, di conseguenza, alla
parte dei crediti inesigibili, alla necessità di fare sforzi incredibili per coprire queste
situazioni di grave crisi. L’aspetto positivo di questa situazione è che il trentino -
non dico che era preparato, perché nessuno era preparato a queste cose – però è
sempre stato “formica” [
i.e.
, risparmiatore], per cui è dotato di un patrimonio
significativo che è la sommatoria dei sacrifici di tanti anni. Grazie a questo, anche di
fronte a situazioni molto gravi, ce la fa e riesce in qualche modo a traguardare
(sperando che non duri ancora molto, perché altrimenti nessuno ce la fa!) quella che
è la normale linea di sopravvivenza che il sistema del credito ha in generale.
Questo vale anche per le imprese. Il trentino normalmente risponde con la propria
faccia: fa fatica, consuma i risparmi, si mangia quello che ha messo da parte nel
tempo. Però certe imprese - oggi vedo - seguono altre strade: ad esempio il concordato
in bonis
, queste forme per uscire dalla crisi creando delle
bad companies
in cui buttare
le difficoltà, che naturalmente poi vanno per la gran parte sulle spalle del credito
cooperativo. Quindi, anche tra le imprese c’è di tutto. In sintesi, io direi che le
famiglie e le piccole imprese hanno questa caratteristica, cioè si giocano sul territorio.
Chi invece ha la possibilità di navigare con orizzonti più ampi, sceglie altri strumenti
– strumenti che, insomma, scelgono in tanti! -, salvaguardando aspetti patrimoniali
personali. Io, essendo un ottimista per natura, dico che la situazione è molto critica,
molto critica - dobbiamo esserne consapevoli e dobbiamo tenerne conto come sistema
-, ma credo che riusciremo anche stavolta a fare il nostro buon servizio.
-
Heiner Nicolussi-Leck (Alto Adige)
Nel contesto nazionale il sistema Raiffeisen inAltoAdige è radicato nel territorio in
modo capillare. Questo comporta una notevole responsabilità di ciascuna entità
cooperativistica nell’economia locale. L’economia reale del nostro territorio non è
stata colpita come altre aree produttive italiane paragonabili al nostro.
-
Ilario Novella (Veneto)
Il credito cooperativa della nostra regione ha passato molti anni in cui ha messo “fieno
in cascina”, attualmente, nel contesto complessivo, sappiamo che qualche banca è in
difficoltà, ma il sistema del credito cooperativo veneto sta tenendo con un ammontare
delle sofferenze leggermente superiore a quello del restante sistema bancario.
3. È inutile che Vi sottolinei la nota tendenza alla decrescita degli
impieghi attuata dal sistema in un contesto di difficile raccolta e di rapporti
tra sofferenze e incagli su impieghi o patrimonio in costante crescita; come
il sistema delle BCC si posiziona in tale contesto?
- Giuseppe Graffi Brunoro (Friuli V.G.)
Nel contesto della crisi di questi anni, il Credito Cooperativo è riuscito a conferma-
re il suo ruolo di sostegno all’economia del territorio, anche quando ciò comportava
una consapevole assunzione di rischi: in un contesto di diminuzione della domanda
di credito e di esplosione dei crediti deteriorati, le quote di mercato nei crediti a
clientela sono cresciute. L’ammontare dei crediti a sofferenza, pari a 247 mln di
euro, e il totale delle partite deteriorate, pari a 480 mln, con una crescita, rispettiva-
mente, del 13,30 % e del 14,53 %, conferma lo sforzo importante che il Credito
Cooperativo sta facendo per rimanere coerenti alla propria missione di vicinanza ai
territori e alle comunità locali. Le rettifiche su crediti, pari a 23 mln di euro, segna-
lano una crescita di oltre il 46 per cento.
I coefficienti patrimoniali delle BCC – tier 1 ratio al 16,4% - sono doppi rispetto ai
requisiti richiesti dalla normativa, diversamente dalle “altre” realtà bancarie che,
infatti, sono dovute ricorrere a rilevantissimi aumenti di capitale per rientrare nei
parametri. Quindi le BCC del Friuli Venezia Giulia respingono, con la forza dei
numeri, l’accusa di non sostenere adeguatamente famiglie e imprese in questo
difficile momento.
Vorrei però cogliere l’occasione per ricordare che “fare banca” non è sinonimo di
“fare credito”, ma c’è anche l’altra faccia della medaglia: la raccolta del risparmio.
Negli ultimi anni in molti parlano di banca (spesso solo per criticarne pesantemente
l’operato), ma non sono certo che ci sia uniformità di conoscenza su cosa significa
“banca”. L’art.47 della nostra Costituzione quando dice “la Repubblica incoraggia
e tutela il risparmio” fa sì un'affermazione giuridica, ma soprattutto attribuisce un
valore di interesse sociale e collettivo al risparmio. Tanto che poi si sente in dovere
di stabilire che l’esercizio del credito è sottoposto a controllo (“disciplina, coordi-
na e controlla l’esercizio del credito”). Se poi scendiamo di un livello normativo e
prendiamo l’art.10 del TUB leggiamo che sancisce che la banca è quel soggetto che
esercita l’attività d’impiego attraverso la raccolta di risparmio tra il pubblico. Il
risparmio, quindi, viene contemporaneamente qualificato come “bene pubblico”
nella sua consistenza globale e come “bene privato” nella sua individuazione singo-
la. E un bene comune come il risparmio non può essere lasciato alla indiscriminata
gestione di operatori planetari, spesso spregiudicati, impegnati a realizzare profitti
di breve termine. Ecco allora che crolla il mito del mercato secondo la visione
anglosassone.
-
Diego Schelfi (Trentino)
La posizione del credito cooperativo trentino è data dai dati sulla capacità di
rispondere alle domande di credito. Un dato su tutti: l’86% delle domande di
credito ha esito positivo da noi.
Negli ultimi 3 anni l’esito positivo della domanda di credito si è stabilizzato su un
86-88%. Questo a prescindere dal numero delle domande, che invece è calato. Per
cui, in un
trend
calante di domanda di credito, l’esito positivo, la risposta positiva,
si è stabilizzato poco sotto il 90%. Anzi, ultimamente si sta riprendendo, tenendo
conto anche della grossa quota che le casse rurali [
i.e.
, banche di credito cooperativo
trentine] si sono giocate nel contesto delle manovre di riassetto avviate dalla Pro-
vincia, dove la quota delle casse rurali ha superato il 90%. Anche questa ulteriore
componente è stata particolarmente significativa. In rapporto al resto del sistema
del credito trentino, i dati del credito cooperativo trentino (casse rurali e Cassa
Centrale) riferiti ai clienti in provincia di Trento mostrano, al 31/12/2012, “depositi
della clientela” (senza PCT e obbligazioni) pari a Euro 6.707.000.000 a fronte di
Euro 4.728.000.000 di altre banche presenti sul territorio;
Ilario Novella
Giuseppe Graffi Brunoro
Diego Schelfi
Heiner Nicolussi-Leck
Credito locale. A che punto è la notte?
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