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NUMERO 215 - SETTEMBRE / OTTOBRE 2013
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IL COMMERCIALISTA VENETO
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OCHA
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L
EON
Caro Direttore,
la scorsa estate il Governatore del Veneto
Gianluca Zaia aveva paventato l’ipotesi che il
Veneto potesse diventare terra di sperimentazione
di una tassa unica per le imprese con una aliquo-
ta del 30-35 per cento. Posto che concretamente
la cosa si possa fare, mi chiedo però: nel nostro
paese più che una questione di aliquota non sa-
rebbe meglio parlare di un problema di determi-
nazione e di certezza della base imponibile?
Michele Sonda
(Bassano del Grappa)
Domande, riflessioni , dialoghi
A chi giova l'incertezza
in campo fiscale?
Mediazione: l'ennesima
sconfitta?
Caro Direttore,
la responsabilità dell’alta pressione fiscale (ed
in generale di molti dei problemi del nostro Pae-
se) viene in larga misura addossata agli evasori.
Non può trattarsi di una scusa per giustificare
l’inefficienza del sistema che indica così un ca-
pro espiatorio al quale addossare le sue respon-
sabilità?
I mass media riportano quasi quotidianamente
statistiche su accertamenti e sequestri preven-
tivi eclatanti, ma poi non vengono quasi mai
Cari Colleghi,
le Vostre osservazioni descrivono una realtà che
purtroppo tutti conoscono molto bene.
Non v’è dubbio che della proliferazione nor-
mativa, delle sue imprecisioni e delle sue lacu-
ne e contraddizioni, abbiano approfittato in
molti, da sempre, e da entrambe le parti.
Negli ultimi anni il gioco sembra essersi fatto
più duro, ed il risultato è stato quello di un
contenzioso crescente, nel quale tutto ormai vie-
ne messo in discussione, da una parte e dell’al-
Egregio Direttore,
ma è sfuggito a tutti il fatto che è stata reintrodotta
la mediazione obbligatoria, con obbligo per le
parti di avvalersi di un avvocato anche quando
la materia oggetto del contendere è riservata o
prettamente di competenza dei dottori commer-
cialisti perché riguardante aspetti economici e/o
commerciali?
E noi dottori commercialisti dove siamo (rima-
sti)? Indietro, come sempre…
Silvia Decarli
(Trento)
Cara Collega,
ho sempre pensato che quello della mediazione
obbligatoria fosse prima di tutto un problema
culturale. Il nostro sistema giudiziario è ormai
al collasso, sovrastato dal dilagare del
contenzioso a tutti i livelli, e vittima di carenze
strutturali verosimilmente insanabili.
Di questa situazione ormai intollerabile risen-
te pesantemente l’intero sistema economico e
sociale, per cui è senz’altro tempo di pensare a
qualche rimedio, al di fuori da personalismi di
sorta, che lasciamo volentieri ad altre catego-
rie, più interessate della nostra al mantenimen-
to dello
status quo
.
Non credo che la mediazione obbligatoria co-
stituisca una soluzione in senso assoluto, ma
sono convinto che essa rappresenti un passo
nella giusta direzione, in grado – con il tempo,
e non certo da sola – di modificare l’attuale
stato delle cose.
Avvocati permettendo, naturalmente…
riferite le statistiche sugli esiti di questi accerta-
menti, che sono spesso poco edificanti per
l’Agenzia. I funzionari dell’Agenzia sono assil-
lati dai budget e vengono incentivati a raggiun-
gerli spesso a scapito del confronto con il con-
tribuente. L’interesse del funzionario non diven-
ta più quello di essere un controllore obiettivo
(atteggiamento che non viene premiato), ma
quello di raggiungere il budget richiesto (tanto
l’esito negativo di un eventuale contenzioso
successivo all’accertamento non incide sul giu-
dizio verso il suo operato).
E’ mai possibile che ad esempio non si riesca ad
assumere dei semplici provvedimenti normativi
per eliminare le incertezze almeno sulle situazio-
ni più eclatanti? Sarebbe così difficile stabilire
per previsione di legge se il redditometro costi-
tuisca o meno una presunzione semplice o se i
compensi agli amministratori siano o meno
deducibili ed a quali condizioni? Come è possi-
bile che si possa permettere un contenzioso
enorme (con possibili gravi conseguenze per il
contribuente) per evitare di prendere una posi-
zione ufficiale, preferendo lasciare spazio alla
interpretazione (spesso ondivaga) del singolo
funzionario o di un giudice?
Lettera firmata
C.F.
(Trieste)
tra, con la spada dell’abuso del diritto o con lo
scudo di una delega mancante, in un quadro di
incertezza dilagante senza precedenti.
Appare evidente la necessità di fermarsi, e di
pensare ad opportuni rimedi per la situazione
che si è venuta a creare.
Abbiamo quanto mai bisogno di certezze, in
particolar modo nell’ambito tributario.
Ben vengano, al riguardo, i propositi di attiva-
zione delle procedure di ruling di stampo inter-
nazionale (meglio tardi che mai…), ma credo
che a questo punto siano maturi i tempi per la
creazione di tavoli di confronto permanenti tra
l’Agenzia delle Entrate e la nostra categoria
professionale, finalizzati a fornire un ausilio
concreto a tutti gli operatori, che porterebbe
senza dubbio ad un miglioramento della
compliance e ad una riduzione del contenzioso
tributario.
Credo altresì che molto si possa ancora fare
nella messa a punto dei meccanismi di adesio-
ne e di conciliazione, al fine di consentire ai
funzionari dell’Agenzia delle Entrate una mag-
giore discrezionalità ed operatività, senza l’in-
cubo di responsabilità di sorta. Dobbiamo cer-
care il dialogo, e nell’ambito del dialogo dob-
biamo porci l’obiettivo di limitare al massimo
il contenzioso tributario, attribuendo un valo-
re anche all’alea del giudizio. Ne deriverebbe
un vantaggio sia per la Pubblica Amministra-
zione, che probabilmente incasserebbe prima e
meglio, che per gli operatori economici, che –
pur accettando soluzioni potenzialmente peg-
giorative - eviterebbero le lungaggini del
contenzioso usufruendo, nel contempo, di scon-
ti e dilazioni.
Quanto alla stabilità normativa, molto resta
ancora da fare: la variabile fiscale è una com-
ponente irrinunciabile di ogni business plan,
ed è inutile pensare di spingere sulla finanza di
progetto quale motore per la crescita e lo svi-
luppo se poi le regole del gioco vengono cam-
biate a partita in corso. Non sarà facile, ma se
veramente si vuol far ripartire il Paese bisogna
pensare a formule innovative, che consentano
una efficiente programmazione anche in campo
fiscale. A tutti i livelli.
Il Dott.
Ferruccio Covio
, autore dell’artico-
lo
Siamo tutti informatici
pubblicato sul n.
214/13, è iscritto all’
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e non
a quello di Belluno, come da noi erronea-
mente indicato.
Ci scusiamo con l'Autore e con i nostri let-
tori.
ERRATA CORRIGE
Il Commercialista Veneto
214/2013
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