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NUMERO 215 - SETTEMBRE / OTTOBRE 2013
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IL COMMERCIALISTA VENETO
MassimoVenturato, quale commercialista, vale la pena, oggi giorno, di
fare ancora il revisore negli Enti Locali?
Mah, sicuramente è una professione diversa da quella di 20 anni fa.
Oggi al revisore che opera all’interno degli Enti Locali vengono richiesti
molti più adempimenti di un tempo e per poterli svolgere correttamente
il revisore necessita di una formazione specifica e di un continuo aggior-
namento. Ciò nonostante ritengo sia ancora interessante svolgere que-
sto tipo di professione.
Consiglierebbe questa attività ai giovani che oggi iniziano la profes-
sione? E quali consigli potrebbe dare loro?
Credo che un giovane commercialista o revisore debba provare un po’
di tutto prima di scegliere l’area ove operare. Quella degli Enti Locali è
un’area che può dare delle soddisfazioni. Ad un giovane che inizia ad
operare in questo settore consiglierei di affiancare all’attività di revisio-
ne quella di consulenza specializzandosi in un campo specifico dell’En-
te Locale, come ad esempio la gestione del personale, ove c’è sempre
una forte richiesta di aiuto da parte degli Enti.
Qual’è il rapporto oggi tra revisori, Enti Locali e Corte dei Conti?
Con l’introduzione dell’estrazione a sorte dei nominativi da indicare ai
Comuni e alle Provincie per la nomina a revisore, è cambiato anche il
rapporto con gli Enti. Se prima, in molti casi, vi era una specie di “ricono-
scenza” del revisore verso chi lo aveva nominato, atteggiamento che a
volte impediva ad alcuni revisori di operare in modo completamente
libero e indipendente, oggi questo non accade più. Il revisore, oggi,
molto spesso assume un incarico anche in zone lontane dal proprio
ufficio, in contesti mai visti ne conosciuti prima e senza nessun tipo di
sanzioni sopra descritte, in quanto l’applicabilità delle sanzioni di cui al
comma 31 non esclude la configurabilità di una concorrente responsabi-
lità amministrativo-contabile, secondo le regole comuni del danno erariale.
Per la Corte gli Enti devono guardare più al rispetto del Patto oppure
agli equilibri di bilancio?
La questione va vista sotto un altro aspetto: i vincoli di bilancio sopra
menzionati devono essere rispettati al fine di preservare gli obiettivi di
finanza pubblica posti a livello europeo e poi contenuti nelle leggi di
stabilità e nei numerosi provvedimenti finanziari adottati dal Governo.
In questo periodo storico, appare di maggior rilievo, in virtù anche del-
l’introduzione della previsione in Costituzione, il principio del pareggio
di bilancio, che reca con sé la necessaria verifica, da parte del responsa-
bile dei servizi finanziari sotto la vigilanza dell’organo di revisione e il
controllo della Corte dei Conti, in chiave dinamica delle conseguenze
sugli equilibri dei fenomeni gestionali.
Ma allora, cosa pensa dell’intervento dellaCorte dei Conti sezioneAu-
tonomie che conpropriadeliberazione n. 22del 2 ottobre 2013 è interve-
nuta sulle problematiche legate ai piani di riequilibrio finanziario?
SPECIALE INTERVISTE
Segue Tessaro
La deliberazione in esame rappresenta la constatazione che molti Enti
Locali non hanno osservato fedelmente le indicazioni che la stessa Cor-
te dei Conti ha fornito in passato in chiave collaborativa e hanno creato
di conseguenza situazioni al limite della sostenibilità finanziaria.
Già comunque l’anno scorso una delibera di indirizzo da parte della
sezione Veneto della Corte dei Conti (n. 903/2012) aveva nella sostanza
individuato una serie di prescrizioni puntuali che, con riferimento ai
singoli vincoli di finanza pubblica, recavano, su un piano di pura profi-
lassi, suggerimenti per evitare comportamenti di non sana gestione per
l’Ente Locale, che possono sfociare nei casi più gravi in vicende che
attengono alla necessità di adottare, per i Consigli comunali, piani di
riequilibrio finanziario pluriennale o addirittura di dissesto.
Come stanno gli Enti Locali del Veneto?
Al di là di qualche caso isolato, si potrebbe affermare che i numeri
diramati in occasione della inaugurazione dell’anno giudiziario testimo-
niano di una costante verifica sui conti di tali Enti da parte della Corte in
chiave collaborativa e nel contempo, generalmente, di un attento
adeguamento degli Enti destinatari di tali pronunce: prova ne sia la
totale assenza di problematiche legate ai piani di riequilibrio finanziario
per gli Enti Locali del Veneto, a differenza di quelli di altre regioni.
Risponde il Revisore Enti Locali
Massimo Venturato
Revisore e commercialista
rapporto pre-esistente con gli amministratori dell’Ente Locale. Questo
da un lato agevola l’attività del revisore che può svolgere meglio il suo
compito senza nessun tipo di ingerenza e senza dover, per così dire,
imbonire l’amministratore nella speranza di essere riconfermato alla sca-
denza del primo mandato. Quanto alla Corte dei Conti, il rapporto con il
revisore si è molto intensificato negli ultimi anni e oggi il revisore è
veramente la “longa manu” della Corte. I ruoli, insomma, tra gli attori che
operano nel contesto dell’Ente Locale si sono nel tempo via via definiti
e quindi si sono marcati i perimetri di azione di tutti coloro che hanno
interesse che l’Ente vada bene anche se la propria azione può verificarsi
in contrapposizione rispetto a quella di un altro. In un Ente Locale il
sindaco e la giunta comunale, il segretario comunale, il responsabile dei
servizi finanziari, il revisore e la Corte dei Conti svolgono ruoli finalizzati
al bene dell’Ente, ma possono trovarsi in contrapposizione per il ruolo
che sono a chiamati a svolgere. Quello che è importante, secondo me, è
si il rispetto delle leggi, ma sempre con l’uso del buon senso.
Cosa pensa delle nuove norme di scelta dei revisori degli Enti Locali?
Penso siano buone, per le motivazioni che ho spiegato prima. Si posso-
no migliorare ancora alcune cose, come ad esempio il fatto che la comu-
nicazione di estrazione del nominativo al revisore avvenga obbligato-
riamente da parte dell’ente locale tramite PEC. Trovo inadeguato, poi, il
fatto che un giovane revisore possa iscriversi nell’elenco dei revisori
degli Enti Locali tenuto dal Ministero dell’Interno solo nella fascia per
l’estrazione dei nominativi per i comuni sotto i 5.000 abitanti e quindi
solo come revisore unico. Al contrario, un giovane dovrebbe, come
primo incarico, far parte obbligatoriamente di un collegio e quindi ope-
rare per la prima volta solo in comuni con più di 15.000 abitanti. Questo
gli permetterebbe di imparare bene la professione sotto la guida di un
revisore più anziano ed esperto. Vanno, a mio avviso, quindi, riviste,
oltre ad altre cose, le fasce di appartenenza.