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NUMERO 210 - NOVEMBRE / DICEMBRE 2012
IL COMMERCIALISTA VENETO
Redditometro
. Confermato
l'orientamento della Suprema Corte:
ampia facoltà di prova al contribuente
ATTUALITÀ
CLAUDIO POLVERINO
Ordine di Gorizia
Con la recente sentenza n. 1/11/
13, pronunciata il 22-11-2012 e de-
positata il 10-1-2013, la C.T.R. del
Friuli V.G. si è conformata in
modo pressoché totale al recente
indirizzo giurisprudenziale della
Suprema Corte che, in materia
di Redditometro, attribuisce al
contribuente la più ampia facoltà
di prova, anche presuntiva, a di-
fesa delle proprie ragioni (ved.
Cass. n. 13289/2011 e, recentissi-
ma, Cass. n. 23554/2012 del 20-
12-2012).
Esaminiamo in dettaglio i vari aspetti che i giudici d’appello triestini hanno toc-
cato nella pronuncia in questione.
In primo luogo, aderendo al summenzionato indirizzo della Suprema Corte, essi
sono partiti dalla definizione degli indici
standard
alla base del calcolo
redditometrico quali presunzioni semplici ex art. 2729 c.c., ritenendo che l’appli-
cazione pretesa dall’Agenzia delle Entrate rispetto agli stessi rappresentasse di
fatto una presunzione legale assoluta, incompatibile con i precetti costituzionali
in materia di progressività dell’imposizione e diritto alla difesa.
Sulla base di tale considerazione iniziale la C.T.R. ha riconosciuto, ad esempio,
quale valida prova del reale regime di vita del nucleo famigliare accertato le
risultanze dei conti correnti bancari, da cui emergevano, oltre alle spese per
utenze domestiche e carburante auto, anche quelle relative agli acquisti per
alimentari, vestiario, ecc. Dai medesimi conti emergevano altresì alcuni
disinvestimenti effettuati dai contribuenti nonché aiuti ricevuti dalla madre;
riguardo a quest’ultimo aspetto, facendo applicazione dell’art. 115 c. 2 del c.p.c.,
i giudici affermano che: “
anche se non sussiste la prova documentale
(di tutte)
le
singole elargizioni…, la prova contraria che esse siano realmente avvenute può rite-
nersi integrata ove appaia estremamente probabile che esse siano intervenute…, ciò
in quanto è massima di esperienza comune che i familiari concorrono alle spese di
gestione della vita familiare
”. Anche per quanto concerne le spese afferenti i beni
indice di capacità contributiva (ovvero i cosiddetti indici
standard
) i giudici si
basano sui principi citati più sopra; si veda ad esempio come, sulla scorta della
sent. n. 7408/2011 della Corte di Cassazione, essi riconoscano validità tanto alla
ricostruzione analitica dei costi di gestione degli autoveicoli (in parte basata sul-
le schede carburanti per quelli ad utilizzo promiscuo aziendale/personale), quan-
to a quella relativa alle utenze domestiche, così come a suo tempo delineate dal
SECIT nella propria relazione accompagnatoria ai DD.MM. 10-9-1992 e ss.mm..
Inoltre, sempre in relazione agli autoveicoli, la sentenza tiene conto, in via ge-
nerale, degli effetti delle agevolazioni sul costo del carburante tempo per tempo
valevoli nella provincia di Gorizia e nella regione Friuli-V.G..
In conclusione, la C.T.R. accetta la riformulazione del calcolo redditometrico,
comunque effettuata in coerenza con il ben noto sistema di moltiplicatori e
deflatori, sostituendo però agli indici
standard
i costi realmente documentati dal-
la parte e pervenendo a una stima presuntiva giudicata coerente con quanto
risultante dalle dichiarazioni, annullando così gli avvisi di accertamento.
Una sentenza, a parere di chi scrive, di cui si sentiva estremamente il bisogno,
considerato che, malgrado le rassicurazioni di facciata fornite tempo per tempo
dal Direttore Befera sulla stampa nazionale, accade sempre più sovente che ad
essere colpite dal diabolico strumento accertativo siano famiglie del tutto nor-
mali, ree soltanto di possedere un’abitazione, un autoveicolo o due e di trovarsi
magari sventuratamente anche in difficoltà economiche contingenti.
C’è soltanto da sperare che non si tratti di un fuoco fatuo…
Q
uando se ne va
un grande atleta i
media ne danno il
massimo risalto e, a tutti,
sportivi o meno, ne di-
spiace.
Quando se ne va un col-
lega, uno di noi, un velo
di tristezza ci pervade,
comunque, lo conosces-
simo oppure no. Quan-
do se ne va un amico, si
cerca di sostituire, nei
pensieri, i momenti belli
passati con lui a quelli
brutti.
PietroMennea
eradiven-
tato un nostro amico
quando, nell’inverno del
2010,mi rilasciò, da colle-
ga (sulla sua pagina di
Facebook, professione:
La scomparsa di
Pietro Mennea
,
collega e amico
19"72
Dottore Commercialista, ne andava orgoglioso)
un intervista per
Il Commercialista Veneto
: sem-
plice, schietto, diretto, un po’ come ci appariva
alla TV, lui, piccolo uomo bianco del sud, a battersi
con i grandi dell’atletica.
E vinceva.
Aveva promesso che ci sarebbe venuti a trovare
ad una giornata organizzata dalla nostra Asso-
ciazione, pensavo se ne fosse dimenticato, inve-
ce la realtà era ben diversa.
Il suo nome ed il suo ricordo, come il titolo del
suo libro di maggior successo, sono legati a quat-
tro numeri, quattro cifre 1-9-7-2, un tempo, per
quel tempo, incredibile, che per 17 anni lo tenne
in cima al mondo, in cima a tutti i primati, e che,
ancor oggi, nel vecchio continente e nella picco-
la Italia, nessuno è ancora riuscito a battere.
E noi, allora, vogliamo aggiungere al ricordo di
sbiadite immagini in bianco e nero o di un pallido
colore, quello rappresentato da alcuni stralci di
quell’intervista (Il
CV, n. 198/2010
):
nello sport, come anche nella vita e nella
professione, non vi può essere rendimento e lon-
gevità senza il lavoro, la dedizione e il sacrifi-
cio. E questi sono tre ingredienti che ritengo
indispensabili per tutti quei giovani uomini e
giovani donne che si approcciano non solo allo
sport ma anche allo studio… è, a mio avviso,
una condotta di vita che si dovrebbe tenere,
anche se faticosa […] in ogni essere umano è
insito il miraggio della scorciatoia. Il sacrifi-
cio è fatica, è sudore, è sforzo. E alla fatica ci si
abitua con molta difficoltà […] abbandonan-
do le scorciatoie, perché, come spiego sempre
ai ragazzi quando sono invitato in qualche isti-
tuto scolastico, la superficialità non paga!
[…] nella nostra vicinanza al cliente e nella
preparazione continua sta la forza e l’impor-
tanza della nostra professione che, in momenti
storici come questi deve essere particolarmente
attenta a consigliar bene chi, con tanta fiducia
e speranza si affida a noi.
Vedi, durante quest’intervista ho spesso parla-
to di traguardi da raggiungere… nella nostra
professione non c’è, in realtà, un traguardo fi-
nale, è un continuo confrontarsi e migliorarsi.
E proprio nel confronto, nella formazione con-
tinua e nel miglioramento che i giovani devono
impegnarsi. Il modo più adeguato per affronta-
re la nostra professione credo proprio sia que-
sto: raccogliere sempre più stimoli per cercare
di essere migliori e più preparati”
.
Ciao Pietro, ciao collega.
FilippoCarlin
(Ordine di Rovigo)