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NUMERO 197 - SETTEMBRE / OTTOBRE 2010
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PERIODICO BIMESTRALE DELL'ASSOCIAZIONE
DEI DOTTORI COMMERCIALISTI E DEGLI ESPERTI
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IL COMMERCIALISTA VENETO
CV
IL COMMERCIALISTA VENETO
SEGUE DA PAGINA 26
I principi contabili PMI in Usa
nuove norme.
L’INFORMATIVADEI BILANCIDELLEPMI
Ma quali sono i bisogni informativi delle piccole e medie imprese statunitensi? E a
chi sono destinate le informazioni racchiuse nei prospetti di bilancio? Nel definire
i bisogni degli utilizzatori del report contabili delle PMI statunitensi la Commissio-
ne Finanziaria si rifà esattamente alle Basis for Conclusions for IFRS for SMEs
(paragrafo BC 45): “Gli utilizzatori dei bilanci delle PMI possono essere meno
interessati ad alcune informazioni fornite nei bilanci redatti per uso pubblico pre-
parati conformemente agli IFRS completi rispetto agli utilizzatori dei bilanci di
entità i cui titoli sono negoziati in mercati regolamentati o che comunque presentano
un interesse diffuso”
7
. In genere, le imprese private hanno una platea di interessati ai
rendiconti contabili più ristretta della gamma ampia ed eterogenea delle imprese
pubbliche. Essa è formata per la maggiore parte da banche e finanziatori per lo più
attratti dai risultati di reddito di breve termine, alla capacità di tenuta dello stato
patrimoniale e la copertura degli interessi all’EBITDA, al cash flow e alla liquidità.
Tali necessità quasi pragmatiche, evidenziano che molte regole contabili complesse
sono assolutamente fuori luogo e non considerabili dalle piccole società, nonché costose
da implementare e applicare. Esiste ad oggi uno squilibrio troppo accentuato tra il
crescente onere di conformarsi a principi contabili sempre più complessi e il vantaggio
minimo che un certo numero di tali norme può fornire agli utenti delle aziende. Obietti-
vo del PCFRC, come anche dello IASB è coprire questo gap: i vantaggi delle informa-
zioni finanziarie devono superare i costi della fornitura di tali informazioni per le PMI.
LOSVILUPPPODEGLI USGAAPPERLEPMI –ALCUNEPERPLESSITA’
Non si può evitare di trattare anche alcune criticità concernenti la possibile adozio-
ne di un corpo di standard contabili separato per le piccole e medie imprese euro-
pee, sollevate da associazioni contabili e commentatori privati.
Alcuni ritengono non sia ancora il momento di concentrare gli sforzi su un set
separato di principi contabili in vista delle modifiche in atto e previste per gli US
General Accepted Accounting Principles al fine di raggiungere la convergenza con
gli IFRS europei.
Altri fanno riferimento alla struttura propria dei principi contabili americani. Nel
contesto della cultura basata su regole
8
(7) degli Stati Uniti, è importante ricono-
scere che gli US GAAP sono un insieme estremamente tecnico, articolato e speci-
fico, cui molte imprese mondiali fanno riferimento. I timori espressi sorgono dalla
possibilità che un insieme semplificato di principi contabili possa non soddisfare
richieste precise a cui gli utilizzatori di bilancio sono ormai abituati.
Inoltre la definizione stessa di piccola e media impresa statunitense, assai variabile da
settore a settore porta con sé alcune problematiche. Ad esempio due aziende molto
simili sarebbero trattate contabilmente diversamente per il solo fatto di operare una nel
settore privato, l’altra nel settore pubblico; all’estremo opposto aziende molto diverse
tra loro si potrebbero trovare ad adottare le stesse norme contabili semplificate.
Si prenda in considerazione poi il caso di una piccola e media impresa statunitense
uniformata ai GAAP semplificati, che grazie a un forte sviluppo o a strategie di
fusione non rientrasse più nei termini di PMI. I costi di conversione contabile
sarebbero molto alti in termini di formazione del personale, di aggiornamento o
revisione dei sistemi informativi e rideterminazione delle passate relazioni finan-
ziarie. Per un imprenditore privato l’obiettivo dell’azienda, quando si presentano
opportunità di crescita, è sempre quello di massimizzare il valore per gli azionisti e
un costo vitale come quello della conversione non equivale ad una decisione commer-
ciale intelligente in questo senso. Non ultimo, si teme che consentire alle aziende
private di scegliere tra due serie di norme sarebbe pregiudizievole ai fini della traspa-
renza del bilancio e della capacità degli utenti finali di confrontare i report contabili.
Due set normativi diversi potrebbero portare discontinuità alla rappresentazione a
bilancio di operazioni simili, rendendo gli schemi contabili meno informativi.
L’AGENDAFUTURA
Alla luce di tutte queste considerazioni positive e negative e tenendo presente che
ad oggi la possibilità di adottare indifferentemente gli IFRS, quindi anche gli IFRS
per le PMI, o gli US GAAP può creare potenziali confusioni contabili, il PCFRC
ha spinto con forza sull’agenda del FAF, affinché la normativa delle PMI venga
presto presa in considerazione. La Financial Accounting Federation coadiuvata
dalla National Association of State Board ha organizzato una serie di incontri
nell’anno in corso (Blue Ribbon Panel 2010)
9
per discutere della possibile adozione
di standard contabili separati per le imprese private. Il comitato del Blue-Ribbon
Panel presenterà al FAF una bozza di principi contabili semplificati, corredata di
note e perplessità già nel gennaio 2011. Il report del Panel sarà messo a disposizio-
ne del pubblico e il piano di azione della commissione contabile sarà sottoposta
all’intervento pubblico prima di essere finalizzata.
Probabilmente, allo stato attuale, la stesura di un set separato di principi contabili
potrebbe rivelarsi operazione prematura, dovendosi piuttosto prendere in conside-
razione un’attività di questo tipo dopo aver raggiunto la totale convergenza tra
IFRS e US GAAP e quindi tra normativa contabile europea e americana. Stilare i
rendiconti contabili delle piccole e medie imprese sulla base di principi internazio-
nali che non sono ancora comparabili, significa non soddisfare le richieste di traspa-
renza e informativa degli utilizzatori di bilancio, che è, come noto, il principale
scopo degli organismi contabili internazionali. Emanare degli standard statunitensi
semplificati contenenti norme diversi da quelle proposte dagli IFRS per le PMI
significa in questo momento svolgere un grosso lavoro di conversione, che potrebbe
risultare a breve inutile, visto il progressivo e inarrestabile processo di convergenza
contabile mondiale in corso.
CONCLUSIONI
Come si è analizzato in questo articolo, il dibattito sulle opportunità a sviluppare
un set separato di principi contabili per le PMI si fa sempre più intenso. I motivi
sottostanti a questo particolare interesse stanno nella necessità espressa dalle im-
prese private statunitensi e dai propri
stakeholders
di adeguarsi a norme contabili
meno tecniche rispetto agli US GAAP oggi in vigore. In realtà, il dibattito sull’ado-
zione di principi contabili per le PMI in USA si accoda ad un processo di sviluppo
internazionale già in corso da anni; molte potenze economiche mondiali hanno già
predisposto norme contabili semplificate per le società minori. Già dall’anno pros-
simo si potrà capire se questo accadrà anche negli Stati Uniti. E’ previsto per il
2011, infatti, il resoconto del Blue Ribbon Panel ad oggi in corso, che relazionerà
sulle opportunità e minacce relative allo sviluppo di standard contabili separati per
le PMI e farà da portavoce di tutte le raccomandazioni espresse dagli interessati al
bilancio delle imprese private.
7
http://eifrs.iasb.org/eifrs/sme/it/IT_IFRS_for_SMEs_2009.pdf
8
Gli US GAAP derivando da una giurisdizione “common law” sono “rule driven” basati
su regole piuttosto che su norme.
9
http://www.fasb.org/jsp/FASB/Page/SectionPage&cid=1176156684820